La Corazzata Roma alla fonda. La nave era lunga 240 metri con un dislocamento di 44.000 tonnellate. Disponeva di 37 cannoni e 34 mitragliere. La corazza andava da 150 a 350 mm di spessore.

In occasione della VII edizione del Premio Internazionale Artiglio sarà visibile un modello in scala 1:100 della corazzata Roma, con la ricostruzione delle zone colpite dalle bombe tedesche.

Il bellissimo modello, della lunghezza di metri 2.40, è opera del modellista livornese Pierluigi Zoi, gentilmente concessoci per la manifestazione viareggina dall’Accademia Navale di Livorno.

La Corazzata Roma era la più grande nave da battaglia della Marina Militare, affondata da aerei tedeschi il 9 settembre 1943, il giorno successivo all’Armistizio, nelle acque a nord della Sardegna. La Roma guidava una grande flotta di navi da guerra partite dalla Spezia e da Genova e dirette verso La Maddalena. Ma uno stormo di bombardieri tedeschi Dornier 217K, partiti da Istrés presso Marsiglia, intercettò la flotta. Due bombe razzo radioguidate Ruhrstahl SD 1400 ne decretarono l’affondamento.

Sul modello in scala della Corazzata Roma si possono vedere come erano le zone colpite. La prima bomba colpì le torri antiaeree da 90 mm e aprì una falla. La seconda bomba, otto minuti dopo, centrò la nave verso prua facendo esplodere i depositi delle munizioni. La torre trinata n.2 con cannoni da 381 mm saltò in aria. La torre corazzata di comando fu deformata e piegata dal calore e venne proiettata in mare come il tappo di una bottiglia di Champagne. Un mitragliere si ritrovò, miracolosamente illeso, sbalzato in mare a 500 metri dalla nave e fu salvato.

Qui il programma della VII Edizione del Premio Internazionale Artiglio.

Qui un filmato di un analogo modello della Corazzata Roma, in versione integra, prima dei danni inflitti dalle bombe.

Qui la testimonianza dell’ammiraglio Florindo Cerri, viareggino, imbarcato come Aspirante Sottotenente sull‘incrociatore leggero Attilio Regolo, di scorta alla Corazzata Roma e testimone oculare dell’affondamento.


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