Mancano ancora alcuni mesi all’ottava edizione del Premio Artiglio che si terrà a Viareggio il 16 maggio prossimo. Come consuetudine sono passati due anni dalla scorsa edizione e ben quindici dalla prima. Chi ci ha seguito sa quanto impegno e dedizione abbiamo messo per far conoscere al mondo la storia dei palombari viareggini e le loro gesta attraverso il Premio e ad altre manifestazioni ad esso correlate, nonché attraverso l’istituzione del Museo della Marineria di Viareggio inaugurato ormai quasi dieci anni fa.
Uomini di così grande valore e coraggio che hanno saputo vivere il mare da dentro, interpretandone il linguaggio e instaurando una comunicazione con la natura basata sulla fiducia nell’uomo e nel suo ingegno, non se ne incontrano tutti i giorni. Uomini che sono diventati leggenda e che sono stati capaci di superare la paura perchè erano insieme, devono continuamente essere un faro per illuminare le nuove generazioni.
In questi periodi in cui sembra venire meno la fiducia nel prossimo è confortante pensare che c’è stato un Alberto Gianni che con la sua squadra è riuscito ad arrivare dove altri non pensavano fosse possibile. Perchè il genio e il talento, accompagnati da un po’ di fortuna e dalla condivisione, fanno grandi imprese. Fa bene pensare a lui come esempio di quell’Italia che alla fine ce la fa, laddove tutti gli altri hanno fallito, perchè la creatività è una delle tante probabili risposte. E se la creatività nasce dalla necessità il più delle volte ci azzecca.
Ci sembra quasi di vederlo nella sua torretta ancora oggi a scandagliare i fondali del destino umano alla ricerca di un futuro migliore per sè, per la sua squadra e perchè no, per tutti noi.